Leggende metropolitane sullo psicologo.

Lo psicologo: sfatiamo un po' di leggende metropolitane.

Sfatiamo un po’ di miti.

Non tutti gli psicologi usano il famoso lettino di Freud.
Non tutti siedono alle tue spalle in religioso silenzio.
Non tutti ascoltano senza intervenire.
Non tutti pensano che sicuramente è colpa dei tuoi genitori.
Non si piange a ogni seduta (anche se i fazzoletti sono sempre a portata di mano).

Uno psicologo non è come un diamante, non è per sempre. Se senti che non è il professionista giusto per te sei libero di parlargliene e cambiare. Non si offenderà, lui lavora per il tuo bene.

Solitamente, chi si reca dallo psicologo per la prima volta, ha una serie di fantasie basate su come questa professione viene descritta nei film.

Stanze con arredamento serio, divani polverosi, psicologi “maturi” un po’ freddi e distaccati.

Non siamo così, almeno non tutti. La nostra maturità professionale non si misura in anni di anzianità ma dalla capacità di entrare in relazione con chi abbiamo di fronte. Lo studio che ti accoglierà potrà essere colorato e arredato con uno stile moderno oppure, qualora fosse necessario, potrai essere accolto “fuori” dallo studio. A volte, la panchina di un parco è più comoda di una poltrona.

Alcuni di noi ti lasceranno parlare a ruota libera, altri prenderanno appunti, altri ancora interverranno e parteciperanno in modo attivo alla seduta.

Alcuni non lavorano subito sul problema mentre altri, come me, scelgono di affrontarlo fin da subito.

Tra tutti questi modi di “essere” e di “fare” non esiste uno migliore degli altri perché il percorso più giusto è giusto solo in relazione a te: quando scegli di rivolgerti a un professionista, fallo in base a quello che senti e non in base a ciò che pensi sia giusto.